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  • Immagine del redattoreLaura Ctt

Il profumo

Aggiornamento: 30 set 2021

Avete presente l'inizio di una relazione? Quando ogni tocco brucia più del fuoco? Quando un profumo riesce a rievocare sulla pelle le sensazioni di qualche ora prima?

Una meraviglia. Capita di restare immobilizzati come in trance, mentre una visione, un dettaglio ci riporta indietro nel tempo meglio di quanto possa fare una qualsiasi macchina fantascientifica.

Io sono un tipo molto olfattivo. Il profumo della persona che mi ha conquistato mi accompagna nella mente, vivido come un colore o un suono. Per me il profumo non è evanescente, ma qualcosa di profondamente fisico, che il mio cervello riconosce e che è in grado di produrre in me sensazioni destabilizzanti.

Ora vedo Fabio, non lo vedo da molto, possiamo dire che abbiamo avuto diversi incontri informali che si sono concretizzati in un "qualcosa". Questo "qualcosa" ha avuto una serata davvero esaltante ieri sera, che per signorilità ed eleganza non starò qui a descrivervi nel dettaglio, ma… wow.

Il suo profumo mi è restato addosso, sono andata a dormire con la sensazione di averlo lì con me. La sua impalpabile presenza olfattiva mi ha fatto ripercorrere più volte i brividi e i fremiti di qualche ora prima.

La mattina mi sono fatta una bella doccia e via a lavoro. Leggera come solo un amore nuovo riesce a farmi sentire. Mi sono fermata alla solita caffetteria, ho fatto una bella colazione da campioni distribuendo a tutti i sorrisi di una persona profondamente soddisfatta.

In ufficio ho eluso le domande delle colleghe, che hanno intuito senza troppa difficoltà il motivo del mio buonumore. Alle nove, puntuale, la signora Landini è arrivata per il suo appuntamento. Dichiarazione dei redditi sua e del marito e modello Isee. Com'è bello lavorare quando si è di buonumore. Fuori, il sole di fine primavera, non ha fatto che aggiungere allegria alla mia giornata.

Tutto è filato liscio fino alle undici. Il signor Pandolfi era un po' in ritardo, ma non è possibile arrabbiarsi con quell'uomo è un vecchino adorabile. Arriva con tutte le sue ricevute in ordine nelle buste trasparenti, in un bel raccoglitore blu. La sua dichiarazione è sempre veloce da fare, per quello lo segno sempre verso l'ora di pranzo, così riesco a bilanciare con il ritardo prodotto dagli altri clienti.

Alle undici e cinque minuti entra nel mio ufficio. Il cappello in testa, una giacca color crema e il suo solito sorriso gentile.

«Buongiorno, Caterina.»

«Buongiorno, signor Pandolfi, come sta?»

«Bene, mia cara, per quanto consente l'età.»

Si accomoda sulla sedia davanti alla mia scrivania, inforca gli spessi occhiali mentre io ricerco la sua anagrafica nel programma.

Mi rendo conto che sto sorridendo, ma questo va oltre la gentilezza del signor Pandolfi, sento il calore salirmi al viso. Il profumo. Il signor Pandolfi indossa lo stesso profumo di Fabio. Alzo lo sguardo di scatto su di lui per accertarmi di chi ho davanti e per tornare alla realtà.

«Va tutto bene Caterina?»

«Oh, sì.» Arrossisco. «Ero solo sovrappensiero.»

E che pensieri! Quella sensazione di mani lungo la schiena. No! Devo restare concentrata. Torno a guardare il signor Pandolfi che mi sorride, con i ganci della sua dentiera che spuntano ai lati della bocca, e mi passa le ricevute della farmacia.

Comincio ad inserire uno a uno gli scontrini nel programma. Nel farlo fisso il monitor, il suo profumo mi entra nelle narici e il mio cervello mi rimanda altri flash della serata, il rumore di una zip che scende, un lembo di pelle fino a poco prima sconosciuto. Sento caldo, molto caldo. Devo pensare ad altro.

Il vecchino davanti a me si sporge per sbirciare il monitor. Lo fa sempre, anche se la vista in realtà non gli consente di leggere nulla, ma è come se volesse aiutarmi. Così vicino però il suo profumo non mi dà tregua e il mio cervello continua a proiettarmi un film che da ieri sera ho già rivisto infinite volte e lo fa dettaglio dopo dettaglio. La sensazione della pelle che si tocca la prima volta. Lo stupore e il piacere di scoprirsi poco alla volta, ma con la foga del desiderio.

«Caterina sei sicura di star bene? Sei tutta rossa in faccia.» Mi osserva preoccupato.

«Ho solo caldo, con questa vetrata è come essere in serra.» Mi sventolo con entrambe le mani.

«Vuole che le vada a prendere dell'acqua?»

«No, grazie. Ho la borraccia. Ora provo a berne un sorso.»

Prendo l'acqua dalla borsa e bevo. Il signor Pandolfi mi sorride. Riesco a calmare un po' il bollenti spiriti e continuo a inserire le ricevute.

Bussano.

«Avanti!» Spero che l'apertura della porta dissolva questo profumo.

Elisabetta si affaccia.

«Hai carta per stampanti?»

«Sì, nel mobiletto a destra.» Le rispondo in un fiato.

«Stai bene Caterina? Sei viola.» La mia collega mi scruta.

«Vede anche lei? Mi sta facendo preoccupare.» Si intromette il signor Pandolfi.

«Sto bene, sono solo accaldata. Oggi è quasi una giornata estiva.»

«Vuoi che apra, visto che sono in piedi?» Elisabetta passa dietro di me e apre la finestra, la brezza esterna mi dà un po' di pace.

«Grazie.»

Per un po' riesco a lavorare tranquilla, ma quel profumo è forse più nella mia mente che nella stanza e ormai la fantasia vuole arrivare alla sua fine. Non voglio ripensare a "quello" ora, o almeno non lo vuole la mia testa. Tutto il mio corpo invece mi implora. Dopotutto è quello che ho fatto da ieri sera a stamattina e anche in tram per essere sinceri.

Non ci voglio pensare con il signor Pandolfi davanti. Dannazione! Smetto di digitare sulla tastiera e mi prendo un minuto. Porto a conclusione quel ricordo. Sperando così di esorcizzarlo. Sento un vuoto allo stomaco, il fiato corto e il cuore mi pompa nelle orecchie. Wow.

«Wow?» Il signor Pandolfi mi guarda incuriosito.

«Ehm, sì…Wow, bel rimborso quest'anno.»

«Ah sì? Bene, così riesco a fare qualche giorno al mare.» Mi sorride.

Ormai sorrido anche io. Stampo tutto e lo faccio firmare, metto tutto in un bustone e glielo consegno.

«Grazie.»

«Grazie a lei.» Sì, non sono sicura per cosa lo sto ringraziando in realtà o, forse, preferisco non pensarci.

Il resto della giornata è molto più semplice. Finito il lavoro vado a casa e mi cambio, con Fabio siamo rimasti d'accordo per vederci in centro e prendere un aperitivo.

Mi infilo un abito leggero, che vorrei dicesse qualcosa del tipo "Ti ricordi ieri sera? Vuoi il bis?" Uscendo mi do un'occhiata allo specchio e mi approvo. Mi vedo bella, una volta tanto. La serata di ieri ha spazzato via le mie insicurezze. I miei fianchi sono un po' larghi, ma il ricordo delle sue mani appoggiate sopra me li fa apprezzare oggi.

In tram gli mando un messaggio per dirgli che sono in arrivo e ricevo in risposta un "Ti sto aspettando" accompagnato da una faccina che manda un bacio.

Scendo alla fermata che sta giusto davanti al locale. Lui è lì, in tutto il suo splendore, appena fuori della porta. Si guarda in giro in cerca di me. Quando mi vede si alza gli occhiali da sole e mi sorride. Io mi avvicino sorridendo come una ragazzina. Si abbassa verso di me e mi dà un casto bacio sulle labbra, tutto il mio corpo ha un fremito.

All'improvviso il suo profumo mi avvolge, sorrido, ma è solo un attimo, non mi levo dalla testa il signor Pandolfi con la sua giacca crema e i ganci della sua dentiera. Mentre beviamo l'aperitivo non gli stacco gli occhi di dosso, voglio restare sul qui e ora. Se sposto lo sguardo, il mio cervello mi riporta in ufficio con il simpatico vecchino e il suo raccoglitore blu.


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