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L'ultimo passo

Entrarono nell'androne del Dimora dei Saggi nel momento in cui il segretario invitava tutti a prendere posto.

«Affrettatevi Maestro Sesar, l'adunanza straordinaria sta per iniziare.» La voce stridula riecheggiò sui marmi immacolati dell'alta navata.

Il segretario diede un colpo d'occhio all'uomo che accompagnava l'anziano Saggio e si allontanò per sollecitare altri ritardatari.

Sesar si voltò verso il compagno.

«Iscar, ho uno strano presentimento. La convocazione di oggi è stata indetta senza seguire il protocollo, stai all'erta.» L'uomo annuì.

Oltrepassarono il portone della Grande Sala, sotto le vetrate della cupola tutti i posti erano occupati. Iscar aiutò il maestro a salire la scalinata che portava al posto riservato al capo del Collegio. Bisbigli e mormorii accompagnarono il suo passaggio.

«Grazie Iscar.»

Si accomodò sullo scranno e osservò la sala affollata. Tutti i banchi erano occupati. Attese che Iscar prendesse il suo posto nell'ala dei Sapienti Esperti alla sua destra. Alla sua sinistra sedevano i novizi.

«Dichiaro aperta l'adunanza straordinaria. Che colui che ha richiesto la convocazione di questo Collegio prenda la parola.»

Scese il silenzio, interrotto solo dagli scricchioli delle poltrone. Sesar fece scorrere lo sguardo alla ricerca di un movimento. Un mormorio di approvazione si levò fra i banchi quando Iscar alzatosi si diresse al podio delle interrogazioni posto al centro della sala.

Il suo discepolo lo fissò negli occhi qualche secondo aspettando che tornasse il silenzio.

«L'adunanza straordinaria è stata indetta secondo il protocollo di emergenza. Avendo ottenuto l'appoggio di novantacinque membri, si è proceduto alla convocazione senza l'avvallo del Capo del Collegio come da regolamento. I nomi dei sottoscrittori sono riportati nel registro.» Il tono formale non dava spazio ai sentimenti.

Anche le poltrone avevano smesso di scricchiolare, nessuno osava muoversi.

«Sapiente Iscar ponga il quesito.» La voce di Sesar rimbombò nella sala.

«Viene richiesta l'estromissione del Capo del collegio dei Saggi.»

Sesar inspirò, tutti gli occhi erano su di lui. Sentiva di essere il solo a essere sorpreso della richiesta. Represse le emozioni e si adeguò al protocollo.

«Presenti le motivazioni.»

Per un solo attimo Iscar esitò. Aveva fatto enormi sacrifici per sedere in quel consiglio, la sua forza di volontà e determinazione lo avevano portato passo dopo passo verso il suo obbiettivo. Restava l'ultimo sacrificio da compiere.

«Il collegio ritiene che il Capo Sesar abbia raggiunto un'età in cui la saggezza viene ottenebrata dalla troppa prudenza e dal timore, le sue scelte non sono più in linea con i desideri dei componenti di questo Collegio.»

Sesar sostenne lo sguardo di Iscar, sul suo volto nessun segno di incertezza o di disprezzo. Avevano percorso una lunga strada assieme durante la quale in Sesar si era creato un legame di affetto per quel giovane, ormai diventato uomo, che aveva istruito e con il quale aveva condiviso la propria ascesa fra insidie e stratagemmi. Osservò i volti attorno a lui, li conosceva tutti per nome.

«Procediamo al voto.» Ordinò infine con un filo di voce. «Chi è favorevole all'estromissione?»

Tutte le mani si sollevarono. Iscar non si voltò a controllare, lentamente espresse il proprio voto. Non gli aveva concesso neanche quello.

L'intero collegio si alzò.

«Iscar! Iscar! Iscar!»

Sesar si levò in piedi, sfilò la fascia argentata che portava in vita e l'adagiò sul bracciolo del suo seggio. Scese la scala, attraversò la sala passando accanto a Iscar, non degnò di uno sguardo l'uomo ancora in piedi sul podio. Nessuno gli porse un saluto, ormai apparteneva al passato, inneggiavano al futuro. Oltrepassò il portone, ritrovandosi nell'androne silenzioso. Si diresse con calma all'uscita, nella Grande Sala acclamavano il nuovo Capo.

Un rumore di passi lo fece voltare. Iscar lo raggiunse sulla soglia dell'uscita.

«Bastava che me ne parlassi.» Non c'era rancore.

«No. Non sarebbe bastato.» Era una constatazione, nessun tentativo di giustificarsi.

«Pensi che non ti avrei ascoltato?»

«Non li avrei avuti tutti dalla mia parte se ti fossi dimesso.»

«Abbi cura di te.» Sesar uscì dalla Dimora dei saggi.


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